Rinnovo contratto scuola, si lavora per chiudere la trattativa: da sciogliere i nodi dei profili ATA e delle sanzioni disciplinari. Si chiedono i permessi retribuiti per i precari

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Prosegue la trattativa all’ARAN con le organizzazioni sindacali per chiudere il rinnovo del CCNL scuola 2019/2022. In seguito all’integrazione dell’atto di indirizzo avvenuto nei giorni scorsi, nella mattinata del 23 marzo le parti si sono nuovamente incontrate.

L’ARAN nel corso dell’incontro odierno, ha elencato le risorse secondo l’atto di indirizzo integrativo, discutendo sulla destinazione concreta di queste nuove risorse.

Per il 2023, a regime, saranno disponibili 227 milioni per le competenze fisse della retribuzione. La legge prevede che siano destinati ai docenti, tuttavia, secondo l’atto indirizzo, tali risorse potrebbero essere destinate genericamente al personale scolastico, quindi le risorse si possono ripartire anche per ATA. Soluzione che vedrebbe favorevoli tutte le organizzazioni sindacali tranne la CISL Scuola. Sarà dunque la contrattazione a stabilirlo.

Le prossime riunioni previste sono quelle del 27 marzo, in cui si parlerà di Università e poi il 28 e 30 marzo nuove convocazioni per un tavolo generale.

Come segnala il sindacato Anief, l’ARAN, nel corso delle trattative, ha riferito che sarebbero in corso delle verifiche con il MEF per una eventuale estensione della retribuzione ai permessi personali dei precari.

Inoltre, al momento manca l’estensione anche al personale docente dei permessi orari per visite mediche come disposto per gli ATA nel contratto 2018. 

Anche la Flc Cgil propone l’estensione dei permessi ai precari: “Proponiamo di estendere i permessi retribuiti al personale precario della scuola, che attualmente non li ha“. Così, Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, nell’incontro sul rinnovo del Contratto Istruzione e Ricerca 2019-2021 che si è svolto oggi all’Aran.

Nei prossimi incontri, riferisce il sindacato, “ribadiremo la necessità di inserire il GLO tra le attività funzionali all’insegnamento e di stralciare la parte relativa alle sanzioni disciplinari per i docenti, di rivedere i vincoli nella mobilità, i profili professionali del personale ata ma anche del personale di enti di ricerca, università dove permane la discriminazione dei tecnologi e dell’Afam“.

Nei giorni precedenti, il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, aveva sottolineato che l’obiettivo è lavorare con i sindacati a ritmo serrato per giungere alla conclusione della negoziazione per il rinnovo del contratto nel più breve tempo possibile.

I punti ancora da risolvere, in base alle precedenti riunioni, sono ad esempio quelli della formazione in servizio degli insegnanti e il capitolo ATA-DSGA. E quello delle sanzioni disciplinari.

Lo scontro principale, tuttavia, riguarderebbe il riordino dei profili professionali ATA, con il punto d’arrivo che vedrebbe l’eliminazione delle posizioni economiche ATA. Soluzione che vede i sindacati contrari.

La proposta dell’Aran, come già nei precedenti incontri, prevede  un sistema di classificazione articolato su quattro aree.

Questa la sintesi, con commento, del sindacato UIL Scuola RUA

  • Area dei collaboratori (non cambia nulla rispetto al passato);
  • Area del collaboratore esperto (dalla precedente area AS, formata solo dai CS delle aziende agrarie, si passa ad un’area dove possono accedere tutti i CS). Un ‘innovazione pericolosamente divisiva che prevede anche attività di coordinamento dei colleghi CS. L’area rappresenta un freno che limita i passaggi dall’area A alla B (occorrono almeno 5 anni di permanenza se si possiede il titolo, altrimenti ne servono 10), poiché richiede il passaggio da A ad AS prima di andare in B.
  • Area degli assistenti. Con la soppressione dell’area C, gli assistenti rimangono imbottigliati nell’area di appartenenza. Gli amministrativi potrebbero avere passaggi nell’area dei funzionari (l’area non ha un organico, per cui rimane un’astrazione). I tecnici lo sono ancor di più perché per loro andrebbe istituita addirittura un’area dei funzionari tecnici, che al momento non esiste. Rimane drammaticamente insoluta la problematica degli AT in servizio nelle scuole del 1° grado a cui verrebbe riconosciuta una semplice indennità quale compenso per i trasferimenti da effettuare nelle scuole della rete.
  • Area delle Elevate Qualificazioni (EQ) La sua attivazione utilizza la tecnica degli “incarichi” che riguarderebbero tutti gli appartenenti alla nuova area (vecchi e nuovi). La durata degli stessi è triennale e interessa tutti. Gli incarichi li conferisce l’Ambito Territoriale e sono garantiti solo in caso di vacanza di posti da DSGA. Ai nuovi funzionari (l’accesso riguarda solo quelli che hanno almeno tre anni di incarico di DSGA) è garantito l’incarico solo in caso di posto vacante da DSGA. L’incarico non è rinunciabile, va accettato.

Tre diverse posizioni DSGA

Si determinano tre diverse posizioni di DSGA:

  • gli storici (quelli che lo sono già)
  • i nuovi funzionari (gli ex DSGA ff.)
  • quelli che verranno assunti a seguito di nuove procedure concorsuali.

In futuro nell’area delle Elevate Qualificazioni si entrerebbe solo per  incarico, secondo quanto avviene anche in tutti gli altri comparti del pubblico impiego.

Integrazione atto di indirizzo

SCARICA INTEGRAZIONE ATTO DI INDIRIZZO [PDF]

Questa integrazione prevede la disponibilità di ulteriori 300 milioni di euro circa, stanziati dalla legge di bilancio 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), per la contrattazione tra ARAN e Organizzazioni sindacali per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Istruzione e Ricerca. Questi fondi saranno destinati all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola.

Questa iniziativa rappresenta un nuovo passo concreto del Governo verso la realizzazione dell’impegno politico di reperire nuove risorse per l’istruzione. Dopo aver sbloccato gli arretrati (in media 2.000 euro per dipendente) alla fine dell’anno scorso, l’aumento medio degli stipendi, già approvato a fine 2022, salirà da 100 a 124 euro per mensilità. L’obiettivo è avviare un progressivo miglioramento delle retribuzioni nel comparto scuola e sostenere politiche specifiche del personale finalizzate a rafforzare l’orientamento e a contrastare la dispersione, nell’ambito di un nuovo modello di scuola incentrato sul merito.

Aumento stipendi docenti e ATA, fino a 23 euro lordi al mese in più. “Tra aprile e maggio”, nei conti correnti. La parola passa alla contrattazione

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