“Gli studenti oggi non sono allenati e mollano presto davanti agli ostacoli. Ecco cosa può fare la scuola”. Il pensiero di Alberto Pellai

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“La scuola superiore è l’ultimo livello del videogioco nella palestra della vita. Ma i ragazzi non sono più allenati. Se i loro tempi di gara non sono all’altezza della performance richiesta mollano. Invece serve tranquillità, impegno, uno sguardo al percorso più che al riconoscimento immediato. Per arrivare tutti al traguardo”.

Lo ha detto a La Repubblica Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta e scrittore, che riflette sulle fragilità degli studenti.

L’esperto fa notare che da un lato gli studenti sentono forti pressioni dal mondo adulto, mentre quest’ultimo, al contrario, ritiene i ragazzi di oggi troppo fragili, generando dunque una distanza fra le parti.

Cosa può fare la scuola? Secondo Alberto Pellai, “la scuola deve chiedersi sia cosa accade quest’anno agli studenti sia cosa accade alla scuola stessa. Chiedersi se ha un approccio sadico o sano nei confronti dei ragazzi. Se aiuta gli studenti davanti all’errore o li mortifica. Se è in grado di riorientarli o li lascia evaporare senza sapere che fine fanno“.

Sulla proposta di introdurre lo psicologo a scuola Pellai si dice d’accordo, mentre un punto principale su cui riflettere è rappresentato dal mondo degli adulti, in primis ovviamente i genitori degli studenti, che, a parere di Pellai, non dovrebbero “né iperproteggere né ipersfidare i ragazzi. E creare un’alleanza con la scuola: oggi assistiamo purtroppo a famiglie che davanti a un profitto scolastico più carente aprono scontri profondi con la scuola“.

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