Rotazione dirigenti scolastici, dopo 9 anni devono cambiare scuola: i Piani TPCT regionali

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Rotazione dei dirigenti scolastici dopo 9 anni: è questa la linea adottata dai Piani triennali per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza delle istituzioni scolastiche 2023/25 (PTPCT) in pubblicazione in questi giorni dagli USR.

Per poter programmare, monitorare e verificare l’efficacia dei propri interventi in campo educativo e formativo è  necessario un termine medio-lungo, così come per costruire e consolidare una rete virtuosa di collaborazione col territorio all’interno della quale la scuola possa svolgere la sua funzione di motore della comunità educante. Per questo motivo – si legge nel PTPCT dell’USR Molise -, la rotazione potrà ragionevolmente avvenire ogni nove anni, periodo temporale che si ritiene congruo per permettere al dirigente scolastico di espletare in modo efficace le sue funzioni, come indicate nel citato art. 25 c. 3 del d.lgs. 165/01.
Naturalmente, come previsto dalla normativa vigente, l’incarico dirigenziale ha la durata di tre anni, per cui – spiega – si intende che possa essere rinnovato un massimo di due volte. Così concepita la misura della rotazione si configura come strumento di tutela generale, priva di funzioni sanzionatorie, volta invece a rafforzare l’autonomia dei dirigenti e, allo stesso tempo, a garantire il buon andamento dell’istituzione scolastica.

Il RPTC per le istituzioni scolastiche della Puglia, sino all’a.s. 2022-2023 ha applicato il criterio di rotazione dopo il terzo rinnovo dell’incarico presso la medesima istituzione scolastica, a condizione che il Dirigente interessato potesse essere destinatario di un incarico almeno triennale presso altra istituzione scolastica, in considerazione delle osservazioni mosse dalla locale sezione di controllo della Corte dei conti – ricorda il PTPCT della Puglia.

A partire dall’a.s. 2023-2024 il RPCT, previa informativa alle Organizzazioni sindacali, prevede di adottare la misura della rotazione ordinaria dei DS; la rotazione sarà attuata dopo il terzo incarico triennale (9 anni) presso la stessa scuola.
Tale indicazione viene inserita nell’ambito del P.T.P.C.T., da adottare con Decreto del Ministro, nel rispetto del Comunicato ANAC del 9 gennaio 2023 e in riferimento alla Delibera n. 241/2017.

Stesso criterio in Umbria: “Fermo restando che la rotazione degli incarichi dei Dirigenti scolastici possa ragionevolmente avvenire ogni nove anni, periodo temporale che si ritiene congruo per permettere al dirigente scolastico di espletare in modo efficace le sue funzioni, come indicate nell’ art. 25 c. 3 del d.lgs. 165/01, l’incarico dirigenziale può essere rinnovato per un massimo di 2 volte, salvo casi particolari previsti dalla normativa vigente”.

Il Ministero ha spiegato ai Sindacati, durante la riunione del 30 marzo, che c’è possibilità di deroga ma a patto che ci siano delle motivazioni valide (esempio: prossimo pensionamento del dirigente, la particolare configurazione del territorio se foriera di significativi spostamenti oppure particolari progetti) e che si tratti al massimo di tre mandati.

Sindacati contrari

Applicare il limite massimo di permanenza già dal prossimo anno scolastico non è per noi ipotizzabile, sia perché si tratta di una disciplina che interviene adesso a livello nazionale per la prima volta sia perché essa si inserisce nel delicato passaggio alle fasce nazionali di complessità delle scuole” ha commentato l’ANP.

La CISL ha chiesto “un’interlocuzione con l’Anac, proponendo comunque una decorrenza spostata nel tempo, visto che i dirigenti si devono già confrontare con molteplici incombenza (dimensionamento, fasce nazionali e progetti Pnrr)“.

“Oggi più che mai – ha evidenziato lo Snals in una nota –c’è l’esigenza di garantire continuità amministrativa e gestionale per non disperdere il patrimonio di conoscenza del contesto che ogni dirigente scolastico ha maturato svolgendo le proprie funzioni in territori caratterizzati da elevati indici di complessità”.

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