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Come cambiano gli Esami di Stato 2023: novità per gli Istituti Professionali. Seconda prova su competenze, quale sarà il lavoro dei commissari

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Si avvicina la chiusura dell’anno scolastico e le comunità scolastiche si preparano a sostenere gli Esami di Stato 2023. “Quest’anno si torna a un’impostazione tradizionale rispetto alla normativa previgente alle emergenze di natura sanitaria: due prove scritte e la prova orale il cui peso dei crediti è stato ricalibrato rispetto alle modalità pre-pandemiche”.

Intervenuta al Question Time di Orizzonte Scuola, Graziamaria Pistorino, rappresentante della FLC CGIL, delinea il quadro delle novità previste per gli Esami di Stato 2023, soprattutto per quanto riguarda gli istituti professionali.

“Uno dei temi più interessanti – afferma Pistorino (FLC CGIL) – di questo Esame di Stato 2022-23 è la novità sui professionali: la seconda prova, nell’ordinanza ministeriale, è totalmente diversa rispetto agli altri istituti.  Si tratta del primo Esame di Stato dei nuovi professionali, riformati 5 anni fa”.

Qual è la differenza fondamentale?

“Nella seconda prova dei professionali – spiega Pistorino (FLC CGIL) – non si discuterà di discipline, ma di competenze. Pertanto, il Ministero non invierà la prova già definita, ma indicherà alle commissioni le modalità per lo svolgimento della seconda prova.

Funzionerà così: lunedì 19 Giugno si insedieranno le commissioni; martedì 20 Giugno verranno inviati  dal Ministero i quadri di riferimento per la seconda prova, relativi alle competenze in uscita e ai nuclei tematici fondamentali, alle commissioni che avranno 2 giorni di tempo per elaborare le vere e proprie seconde prove, adeguate alla dotazione tecnologica e laboratoriale della scuola e al percorso svolto da quegli alunni, in quella scuola.

Il Ministero indicherà anche la tipologia di prova: ad esempio, potrà trattarsi dell’analisi e dell’elaborazione di una tematica oppure potrebbe essere l’elaborazione di un progetto”.

Si tratta di un importante cambio di paradigma nell’elaborazione delle prove di esame a completamento del percorso avviato 5 anni fa con la riforma degli istituti professionali e che “sollecita i componenti delle commissioni ad un lavoro diverso“. 

“La riforma degli istituti professionali è stata  – conclude Pistorino (FLC CGIL) – una riforma molto accelerata, calata sui lavoratori di questi indirizzi di scuola, in maniera poco condivisa. C’è un’elaborazione a monte che non riguarda solo gli Esami di Stato: cambia l’impalcatura complessiva dello studio di questi ragazzi. Non si studia più per discipline, ogni singolo docente non ha solo più la sua disciplina e le indicazioni ministeriali programmatiche generali, ma deve costruire, insieme agli altri colleghi delle altre discipline, dei percorsi di apprendimento orientati alla personalizzazione, rivolti alle competenze acquisite: un sistema di lavoro totalmente diverso rispetto agli altri indirizzi e che arriva, oggi, con gli Esami di Stato, a concludere un percorso che deve essere in qualche modo rispettato”.

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