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Crispiani: “Stop alla cultura del quiz, studenti non sanno tenere in pugno una penna. Il corsivo è il carattere grafico di chi cresce”. INTERVISTA

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Il corsivo è il carattere grafico di chi cresce, di chi tiene alla scrittura come comunicazione di senso, di chi si fa riconoscere nella scrittura. Inoltre, come già detto, il corsivo esercita i processi cognitivi e motori in fluidità, costanza, ritmo, abilità grafo motoria. Infatti, i bambini disgrafici e con difficoltà grafo motorie di altra natura, vogliono scrivere in stampato, poiché giustificano il mancato scorrimento verso destra, le lettere “slegate”. Ciò facendo deprivano la funzione grafo motoria stessa. Ne continuiamo a parlare con il professore Piero Crispiani Professore Onorario dell’Università degli Studi di Macerata e Professore Straordinario alla Link Campus University di Roma.

Professore Crispiani, può essere vera l’affermazione che i bambini stampano e gli adulti scrivono? I nostri alunni e i nostri figli stanno imparando a scrivere prima con il “clic o tocco”. Quale involuzione sta capitando alla nostra società?

«È una involuzione che si vede già dalla diffusa prensione anomala (polidigitale, a pugno) e dalla maldestrezza grafo motoria molto frequente. Ciò fa il paio con l’arretramento delle strutture sintattiche, quindi delle sequenze del pensiero e del linguaggio, oggi sempre più brevi e, talvolta, sostituite da simboli».

Quanto ritiene, professore Piero Crispiani, sia importante per la creatività la scrittura in corsivo? Per le arti? Per la musica? Per la grafia, generalmente parlando e considerandola sempre come arte? La creazione non è un argomento testabile. C’è un’intera miriade di modi per avvicinarsi a guardare il mondo. Ed è per questo che le arti e tutti i modi sfocati e non verificabili per imparare a pensare, esprimere, ragionare, fallire e ricreare sono così straordinariamente preziosi per la nostra esistenza come persone. Per questo è importante la scrittura in corsivo?

«Ci sarebbero delle premesse. Poiché dovremmo accordarci su cos’è l’arte, ovvero su una affermazione che oggi è estremamente plurale fino al paradosso ed all’insignificanza. Si dice che arte è ciò che fanno gli artisti, cioè l’assenza di selezione del proprio a gire. Il nulla. Meglio riferirsi alla cugina vera dell’arte, qual è l’artigianalità, secondo una operazione di associazione di concetti già condotta da Autori importanti, ad es. Bruner, Gardner ed altri. La scrittura in corsivo rimanda all’artigianalità, che il fare sostenuto da un sapere, oppure un sapere che si declina nel fare e che, comunque, rimanda alle mani, al peso della mano, al governo cognitivo della mano, ecc. Del resto, l’insegnante è un artigiano. L’ARTIGIANO unisce arte e pensiero ed è il MASTRO”, colui che sa fare. Il Mastro è il Maestro… di musica, di scuola, della bottega d’arte… Non è un volo pindarico, autori notevoli lo hanno già fatto in letteratura pedagogica e psicologica».

È possibile che lo spostamento dell’attenzione ai test che ha avuto luogo negli ultimi decenni, ormai per ogni cosa, anche nelle nostre scuole e nella quotidianità, abbia avuto un impatto sulla decisione di smettere dedicare meno tempo al corsivo? O è più un riflesso dell’aumento dell’uso dei tastierini per la scrittura, dal PC ai tablet, per non parlare dei cellulari ormai disastrosamente sempre tra e mani dei nostri alunni, poiché la scrittura a mano nel complesso è diventa o sta diventando più obsoleta?

«Penso con inquietudine al fatto che la prima prova per diventare Dirigenti Scolastici, ovvero con un carico di responsabilità e competenze su cui si è scritto all’infinito, consti di quiz! La cultura dei quiz viaggia verso ogni de specializzazione ed i test psicometrici vanno in questa direzione. I test valutano solo se stessi (H. Gardner). Gli strumenti elettronici invitano allo scrivere frammentato, tagliato, in stampato, ecc. Allusivo più che comunicativo. Lo stampato allontana dai tre tipi testuali fondamentali resi dalla linguistica: il Narrativo, il Descrittivo e l’Argomentativo. Essi richiedono parole espresse e in fluidità».

Può fornire, professore Crispiani, un breve riassunto di quali vantaggi perdono gli studenti quando NON viene loro insegnato il corsivo?

«Perdono:

  • Manualità.
  • Scorrimento da sinistra a destra.
  • Prontezza dell’incipit.
  • Fluidità.
  • Più rapida autoregolazione (correzione dell’errore).
  • Riconoscibilità ed autoattribuzione.
  • Sincronia tra pensiero e scrittura.
  • Soddisfazione di un “prodotto personale”».

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