Da settembre si ripartirà con almeno 3 docenti precari a classe, Anief martedì spiegherà in audizione alla Camera quali modifiche introdurre al decreto PA per evitare un altro anno di supplentite

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“Il sindacato ha il dovere di far risuonare in Parlamento la voce di chi vive la scuola ogni giorno: ringraziamo le tantissime richieste pervenute da docenti e personale Ata, ora sta a noi farne tesoro per portarle, dopodomani alle ore 17, davanti alle Commissioni riunite I e XI della Camera e chiedere di inserirle nel decreto PA-Pnrr 44/2023 pubblicato in Gazzetta lo scorso 23 aprile”.

A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a seguito delle numerose indicazioni di modifica del decreto legge che u lavoratori della scuola chiedono di introdurre per evitare che il prossimo anno scolastico sia caratterizzato da disagi per la mancanza di personale specializzato, di organici inadeguati, di personale costretto a non spostarsi su sedi più adeguate a causa della presenza di vincoli blocca-trasferimento che non hanno più alcun motivo di esistere.

Martedì pomeriggio, dunque, la delegazione dell’Anief spiegherà in audizione presso la Camera dei deputati perché bisogna aumentare l’organico del personale e introdurne uno aggiuntivo per affrontare i progetti del Pnrr, con quali modalità si dovranno attuare le immissioni in ruolo e le supplenze 2023-2024, per quale motivo le graduatorie del personale docente e Ata precario non possono essere limitate a quelle utilizzate oggi, perché gli idonei e vincitori dei concorsi vanno stabilizzati tutti e la mobilità dei lavoratori della scuola oggi sopprime il diritto alla famiglia. Infine, dirà che il piano di assunzioni previsto dal ministero dell’Istruzione, con quasi 100 mila docenti da immettere in ruolo in più anni, coprirà solo una minima parte delle cattedre vacanti ed è destinare a fallire perché almeno la metà dei posti autorizzati dal Mef andranno persi per mancanza di candidati (anche se in realtà ci sono ma continuano ad essere ignorati).

“Le modifiche provvisorie, come la deroga annuale ai vincoli alla mobilità, non possono rappresentare la soluzione al problema, che è poi anche alla base di tanti disagi e indirettamente, alla lunga, pure della mancata continuità didattica. Non possiamo lamentarci – continua il sindacalista autonomo – se poi anche nel prossimo anno scolastico su riprenderà con almeno tre insegnanti precari per classe. Perché questo si va a determinare quando crei le condizioni perché vengano sottoscritte tra l’estate e l’autunno quasi 250 mila supplenze con scadenza termine delle lezioni, 30 giugno o 31 agosto. È una condizione non più sopportabile. E l’amministrazione non si lamenti, poi, se il contenzioso nei tribunali – conclude Pacifico – assume proporzioni sempre più grandi”.

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