“Docente bravo è chi sa insegnare bene, trasmettendo passione. Necessario premiare quelli capaci e che si impegnano di più, sì alla carriera”, un consiglio al Ministro sull’orientamento. INTERVISTA ad Alessandro Fusacchia

WhatsApp
Telegram

Il Ministero dell’istruzione? “Il posto più difficile d’Italia“, ammette Alessandro Fusacchia forte della sua esperienza di capo di gabinetto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca con Stefania Giannini, durante il Governo Renzi.

Le difficoltà nascono dalla necessità di dover svolgere una funzione di missione pubblica di missione nel Paese. “I problemi – sostiene – sono spesso gli stessi” e la pandemia ha reso tutto molto più difficile. Le criticità non si risolvono, ma si gestiscono e si affrontano, e bisogna pensare a soluzioni che siano in grado di accompagnare docenti, presidi e studenti nel corso del tempo.

A Fusacchia abbiamo chiesto una riflessione sulla questione del docente tutor e orientatore, nonché sulla opportunità di una carriera per i docenti.

L’insegnante – ha sottolineato – resta qualcuno che è bravo se sa insegnare bene sa trasmettere passione per la conoscenza propri studenti“, ma ritiene necessario introdurre strumenti e opportunità per aiutare e accompagnare i docenti più volenterosi e capaci di parlare con i ragazzi e con gli altri docenti, diventando degli snodi dentro la propria scuola. “L’insegnamento – continua – non può essere un posto dove non si possa fare carriera e che, sebbene tutti gli insegnanti siano meritevoli, non sono tutti capaci allo stesso modo.

Sulla questione “orientamento”, tornata in auge dopo l’istituzione da parte del Ministro Valditara di una figura specifica all’interno delle scuole, l’ex Capo di gabinetto ne sottolinea l’importanza, ma non solo in ottica di “scelta universitaria o del lavoro, ma anche alla vita. L’orientamento deve cominciare già dai primi anni di scuola e non solo negli ultimi quattro mesi della quarta superiore. È un elemento fondamentale perché i ragazzi hanno bisogno di capire il mondo là fuori e di sperimentare. Politiche di orientamento fatte bene, moderne e guardando alle migliori prassi, sono necessarie per spiegare ai ragazzi che possono sbagliare, che l’importante è scegliere che cosa non fare e non aspettare che succeda qualcosa.

Infine, l’autore si sofferma sul disagio psicologico dei ragazzi, che è una priorità totale per qualsiasi ministro dell’Istruzione. “Il disagio sociale e psicologico deve essere affrontato, perché è la premessa per garantire che gli studenti possano apprendere e fare la scuola normalmente. È importante fornire agli studenti una base di stabilità, affettività, emotività e tranquillità psicologica.”

L’intervista integrale

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri