Storia della musica alle superiori: sarebbe un passo significativo nella formazione culturale degli studenti. La politica ci prova, ma la sua attuazione è difficile

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Sul Fatto Quotidiano c’è spazio per un approfondimento sull’insegnamento della musica a scuola.  In Italia, la musica non è considerata parte integrante della cultura e, dopo la scuola media, la sola in cui figura la disciplina denominata “Musica”, il rapporto con l’arte dei suoni s’interrompe. 

Introducendo l’apprendimento della Storia della musica nella fascia adolescenziale sarebbe provvidenziale per favorire la formazione del senso estetico e della maturazione sentimentale degli studenti. Attualmente, la disciplina figura solo nel Liceo musicale e coreutico, mentre, da più parti, si invoca la presenza nel curriculum scolastico.

La dichiarata apertura al cambiamento di alcune personalità del mondo della politica rappresenta un punto di partenza positivo. È stato sollevato un argomento che potrebbe riannodare un filo che la legislatura in corso può attivare sulla base di un tendenziale consenso trasversale.

Nonostante le difficoltà legate al monte ore dei programmi scolastici e all’organico docenti, il “Piano delle Arti” varato con decreto del 2017 amplia e arricchisce la risorsa del “Piano triennale dell’offerta formativa”, che già assicura una certa elasticità nella programmazione da parte dei singoli istituti.

L’inserimento della Storia della musica nel curriculum scolastico rappresenterebbe un passo significativo nella formazione culturale degli studenti italiani e permetterebbe di combattere la trascuratezza nella formazione del gusto per la musica che si ripercuote sull’intera società, compreso il mercato del lavoro.

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