A Schettini il premio letterario “Elsa Morante”: “Parto dalla didattica classica, ma non basta più. Vi spiego il mio metodo. Mi chiamavano ‘stecco’, body shaming pericoloso”. [INTERVISTA]

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Sui social e su YouTube è seguito da circa tre milioni di followers, per strada gli chiedono l’autografo come a Chiara Ferragni, è sicuramente il docente più amato del web, e star indiscussa di TikTok.

Giovedì mattina, nell’Auditorium della Rai di Napoli riceverà il premio Elsa Morante Ragazzi Esperienze 2023 che gli è stato conferito per la sua opera prima, La fisica che ci piace , edito da Mondadori Electa nel 2022, quando ha raggiunto la top ten dei libri di saggistica più venduti in Italia.

Il Professore di Fisica Vincenzo Schettini, prima di ritirare il suo riconoscimento, ha rilasciato un’intervista ad Orizzonte Scuola ribadendo, con forza, uno dei concetti chiave del suo libro “ La fisica è in ogni cosa che facciamo”.

Professore, in che senso?

Mentre guidiamo, quando una folata di vento scompiglia i nostri capelli o mentre sorseggiamo un caffè al bar; tutto quello che facciamo è spiegato da quella materia affascinante che si chiama fisica.

Professore, giovedì sarà a Napoli ed Eduardo de Filippo spiegava bene il rito del caffè nella macchinetta napoletana, ci aiuti a capire dove è la fisica quando beviamo la nostra tazzina di caffe?

Il caffè è termodinamica: perché il calore e le differenze di pressione trasformano la miscela in caffè, la macchinetta tanto amata da Eduardo ne è infatti un chiaro esempio. Direi però che, più in generale, c’è fisica, sempre, nei gesti quotidiani che ognuno di noi compie, perché noi stessi siamo grandezze fisiche che si trasformano.

Sta per ricevere un ambito premio letterario, tra l’altro dato per un saggio di fisica cosa non sempre usuale, ed è in tour in diverse città italiane dove parla a docenti, studenti e curiosi. Qual è la domanda che le rivolgono più frequentemente?

Mi chiedono quale è stata l’idea iniziale che mi ha spinto ad aprire un canale YouTube. E la mia risposta è sempre la stessa: un’intuizione. E’ stata un’intuizione che ho avuto circa dieci anni fa, pensando di condividere le lezioni on line. Sono di Monopoli e adoro il mare, mi portavo in spiaggia la lavagnatta e il cellulare perché, già allora mi era chiaro che i ragazzi sarebbero stati catturati sempre di più dal telefonino.

A proposito di mare, nel suo libro parla spesso del mare e della fisica che lo descrive…

Certo c’è fisica anche nel nostro fratello mare per dirla alla Hickmet, la percezione dei colori che cambiano, dal trasparente all’azzurro fino al blu e al mare nero, che cantava Battisti non è altro che luce “intrappolata”, direbbe la fisica assorbita, dal mare stesso, più è profondo e più il mare ci appare scuro.

Lei insegna fisica alle scuole superiori ma è stato contestato da alcuni suoi colleghi che ritengono insufficiente l’esperimento per spiegare una materia così complessa come la fisica? Cosa risponde?

Rispondo che evidentemente non conoscono le mie lezioni live in YouTube. La didattica tradizionale, se fatta bene, è meravigliosa. E voglio aggiungere anche che tutto ciò che faccio e che insegno si basa, comunque, sulla didattica tradizionale. Solo che oggi sono cambiati i metodi di apprendimento e spesso manca il confronto con gli studenti, che invece deve esserci sempre. La sola lezione frontale non basta più, c’è bisogno della partecipazione degli studenti affinché resti loro qualcosa. Io in classe parto dall’esperimento e poi introduco la formula diretta e le formule inverse e gli esercizi. Tutto questo è presente anche nelle mie lezioni in YouTube ma certo in TikTok, in un minuto di tempo, non potrei mettere tutto questo! Mi limito a diffondere l’esperimento che cattura l’attenzione non solo degli studenti ma anche dei curiosi e soprattutto dei bambini.

Quando ero studente se non capivo qualcosa andavo da un compagno più bravo, o facevo lezioni private o consultavo l’enciclopedia. Oggi al posto di tutto questo c’è il web, che interagisce in tempo reale con la scuola. Ma è sempre e solo un supporto, molto seguito, ma pur sempre un supporto.

Eppure per lei da studente non deve essere stata semplice la scuola, è stata vittima di bullismo. Cosa accadeva e quanti anni aveva?

All’incirca quindici anni, ero magrissimo mi affibbiarono l’appellativo di “stecco” e mi gridavano spesso “mangia”. La mia costituzione era quella anche se col tempo ho capito che una colazione più abbondante e un po’ di palestra potevano fare la differenza. Ero già grandicello ed avevo una famiglia alle spalle che ha saputo supportarmi ma il body shaming è pericolosissimo perché può innescare, nelle personalità più fragili, malattie psicologiche da cui venir fuori non è affatto semplice.

Manca meno di un mese alla fine dell’anno scolastico, che consiglio può dare ai suoi ragazzi e agli studenti tutti?

Agli studenti voglio dare tre dritte: la prima è quella di collaudarsi perfettamente con i propri docenti, che vogliono il bene dei ragazzi e concordare con loro l’attività di recupero. La seconda è quella di essere propositivi e volontari nelle interrogazioni. E la terza, ma non ultima, di limitare le cose frivole. Il recupero deve essere concreto, strutturale e dimostrato ai docenti solo così gli insegnanti potranno tendere una mano agli studenti. Che non devono mai dimenticare che la scuola è sacrificio, impegno e abnegazione.

Oggi lei è fisico, scrittore, prof influencer ma anche musicista, diplomato al Conservatorio in violino e didattica della musica e direttore del coro Gospel Wanted Chorus. Come convivono le due anime di fisico e musicista e c’è fisica anche in musica?

Convivono benissimo, E, per rispondere alla sua domanda, sì certo c’è fisica anche nella musica. Se sfreghi con il tuo archetto il violino la periodica oscillazione della corda propaga un’onda sonora, quello che comunemente chiamiamo musica. Ma dietro la musica c’è anche tanta poesia.

Dalla poesia alla matematica, altra materia non proprio semplicissima. Lei sostiene che alla base della matematica ci sono regole e ragionamento, poi viene l’esercizio. Può spiegarcelo meglio?

Prima devo capire le regole del gioco, studiare e fissare le regole che ci sono dietro gli esercizi o i principi della matematica e dell’algebra, non aver mai paura di dire all’insegnante “non ho capito” e poi bisogna esercitarsi, esercitarsi ed esercitarsi, spegnendo i telefonini. I tempi di concentrazione oggi si sono ridotti ma alcuni concetti non possono di certo essere spiegati in dieci minuti perciò i ragazzi devono stare attenti: questo valeva quando ero studente io e vale ancora oggi ai tempi di TikTok.

Prof, cosa vuol fare da grande ?

In verità, vorrei continuare ad essere un eterno studente, non voglio smettere di imparare.

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