“Un giovane laureato non riesce a indicare le regioni che si attraversano per andare da Trieste a Trapani”. L’affondo di Severgnini e lo studio della geografia, materia poco considerata a scuola

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“Rimango traumatizzato quando capisco che un giovane laureato confonde l’oceano Indiano col Pacifico, ignora i confini della Germania e non sa indicare le regioni che s’attraversano per andare da Trieste a Trapani”. Così scriveva nel 2017 il giornalista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini.

Da quell’anno ad oggi, però, la situazione non è cambiata, anzi, semmai è peggiorata. In un’epoca dominata dalla globalizzazione e dall’interconnessione delle culture e delle economie, la geografia assume un ruolo cruciale nella formazione degli studenti. Purtroppo, però, si riscontra sempre più spesso una scarsa conoscenza di elementi geografici essenziali, come fiumi, laghi, confini e regioni, tra i giovani.

Eppure, lo studio della geografia offre numerosi vantaggi: permette di conoscere il mondo in cui si vive, di comprendere le sue caratteristiche fisiche e politiche, e di acquisire una consapevolezza dell’ambiente che ci circonda, sia a livello locale sia globale. Conoscere il mondo attraverso la geografia significa, innanzitutto, imparare a orientarsi nel vasto e complesso scenario delle risorse naturali e delle caratteristiche fisiche del pianeta.

Fiumi, laghi, montagne, deserti e oceani sono elementi fondamentali per comprendere gli equilibri ecologici, le sfide ambientali e i processi naturali che influenzano la vita quotidiana delle persone.

Inoltre, la geografia consente di studiare fenomeni meteorologici e climatici che hanno un impatto diretto sulla nostra esistenza e sulle scelte politiche ed economiche a livello globale. La geografia politica, invece, fornisce gli strumenti per comprendere le dinamiche che governano il mondo attuale, analizzando la storia e l’evoluzione delle nazioni, delle regioni e delle città. Conoscere i confini, le istituzioni e le relazioni tra i vari Paesi è fondamentale per sviluppare una visione critica delle politiche internazionali, del commercio e dell’immigrazione. Inoltre, lo studio delle differenze culturali e linguistiche consente agli studenti di aprirsi al dialogo interculturale e di sviluppare empatia e tolleranza verso gli altri. In un mondo globalizzato come il nostro, la conoscenza di luoghi e culture lontane diventa un elemento imprescindibile per formare cittadini consapevoli e responsabili.

La geografia offre la possibilità di esplorare e comprendere la diversità culturale che caratterizza il nostro pianeta, permettendo di arricchire la propria visione del mondo e di imparare a rispettare e valorizzare le differenze.

Non solo. Lo studio della geografia può contribuire allo sviluppo di abilità e competenze trasversali. Ad esempio, la capacità di analizzare e interpretare mappe, grafici e dati può migliorare il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi complessi.

Nel marzo 2022, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi aveva istituito la Commissione per la conoscenza e lo studio della Geografia nella scuola “per rilanciare lo studio di questa disciplina e fornire alle nuove generazioni gli strumenti per generare nuovi modelli di sviluppo, come previsto dagli obiettivi di sviluppo sostenibili fissati dall’Agenda 2030 dell’ONU”.  La Commissione ha lavorato sulle nuove strategie che consentano di rendere più efficace l’insegnamento della geografia nella scuola per il raggiungimento di obiettivi di medio e lungo periodo. Non si conoscono, però, i risultati dei lavori.

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