Studenti con disabilità rifiutati da 13 licei. Parla un preside: “Non ci sono aule per tutti”

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“Ho anche informato l’ufficio scolastico che siamo disposti ad accogliere uno dei ragazzi, nonostante i nostri grandi sforzi. Tuttavia, la questione non riguarda la discriminazione, ma la mancanza di spazi adeguati per fornire agli studenti l’attenzione, l’istruzione e l’inclusione che meritano”.

Così a Il Messaggero, Maria Teresa Corea, preside dell’istituto scolastico Amerigo Vespucci, riguardo alle domande di iscrizione di quattro ragazzi di Roma Nord, che desideravano frequentare la sua scuola ma che sono stati respinti. “Le domande sono arrivate in ritardo, dopo la chiusura delle ammissioni. Capisco che le famiglie, dopo diversi rifiuti, hanno deciso di rivolgersi a noi solo in quel momento. Ma questo non è certo il problema”, afferma.

Quindi, qual è il problema? “La questione, che riguarda sia gli studenti disabili sia quelli non disabili, è che abbiamo pochi posti in classe rispetto alla domanda. E con le strutture che disponiamo, non possiamo accogliere cinque studenti con disabilità nella stessa classe”. Nella sua scuola, Corea riferisce che ci sono circa ottanta studenti con bisogni speciali. “Li curiamo, li manteniamo a scuola oltre il necessario, perché sappiamo che in classe hanno più opportunità di apprendere rispetto a casa o ad altre strutture. Questo li aiuterà a trovare un lavoro in futuro e ad essere inclusi nella società. Quindi, quando le graduatorie sono piene, dobbiamo chiederci cosa vogliamo per questi ragazzi: un luogo dove passare il tempo o un posto dove ricevere una vera formazione?”.

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