Tamaro, “stop Verga in classe”. La Fondazione dedicata allo scrittore risponde: “Adeguarsi ai tempi ma non si può rinunciare ai grandi classici. Indecoroso suggerimento”

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La Presidente e il Vicepresidente del Consiglio Scientifico della Fondazione Verga, Gabriella Alfieri e Andrea Manganaro, rispondono alle dichiarazioni di Susanna Tamaro, che ha criticato l’uso di testi a scuola primaria, come quelli di Giovanni Verga.

La scrittrice, come abbiamo riportato, ha detto: “Da piccola detestavo leggere. Ho iniziato a farlo da molto più adulta. È difficile portare i ragazzi alla lettura anche perché ci sono testi, già c’erano ai miei tempi, davvero difficili e anche brutti. Basta con Verga. Si potrebbe sostituire con Va’ dove ti porta il cuore. In Turchia, per esempio, lo hanno adottato”.

Secondo la Fondazione Verga, le posizioni di Tamaro “sarebbero di per sé risibili per l’indecoroso suggerimento («si potrebbe sostituire Verga con Va’ dove ti porta il cuore»)“.

Prima di tutto, fa notare la Fondazione, “la logica del mercato del libro, e dei suoi interessi economici, non può pensare di imporre senza alcun ritegno le sue scelte al canone letterario del nostro Paese”.

In secondo luogo, “l’insegnamento della letteratura a scuola va certamente adeguato ai tempi, dedicando maggiore spazio alla letteratura contemporanea, senza però rinunciare ai grandi classici e alle domande di senso che da essi possono scaturire“.

Inoltre, secondo la Fondazione, “il piacere che deriva dalla lettura dei grandi libri ha un’intensità, un valore più duraturo, più profondo della superficiale contingente “piacevolezza” che si sottrae alle domande di senso, anche se queste possono apparire “difficili”;

Alfieri e Manganaro ritengono che “i giovani hanno tendenzialmente bisogno di ‘comprendere’. A tale bisogno può rispondere soprattutto la grande letteratura, mediata dall’insegnamento all’interno di quella comunità interpretante che è ogni classe scolastica“.

E ancora: “le letture “amene”, come il libro più famoso della signora Tamaro, possono far evadere dalla cruda realtà, ma non forniscono ai ragazzi quella sensazione di rispecchiamento che gli psicologi additano come passaggio fondamentale per la crescita dell’io. Allora vorremmo chiedere alla scrittrice: è più formativo per mettere in guardia dal bullismo il “brutto e cattivo” Rosso Malpelo o la letteratura alla melassa?“, si chiede la fondazione.

Infine, secondo la Fondazione Verga, “la letteratura sa rappresentare anche le brutture degli uomini, anche l’inferno, come hanno fatto Dante, Shakespeare, Verga: rendendo però, nelle forme immortali delle loro opere, “bella” anche la cattiveria del mondo“.

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