Nei consigli di Classe si litiga per star dentro i tetti di spesa dei libri di testo, il motivo? Manca adeguamento ad inflazione. Amorese (Commissione cultura): provvedere subito

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Maggio inoltrato, tempo di adozioni, tempo di tensioni. Nei Consigli di Classe ci si confronta, si contratta, a volte si litiga: è difficile stare dentro a un tetto di spesa che da oltre dieci anni non viene adeguato all’aumento dei costi delle materie prime, della stampa, della distribuzione.

Una “svista” che a ben guardare nasce dalla mancata applicazione di una legge che i limiti da non superare li ha istituiti nel 2008 a salvaguardia delle famiglie, “ma non certo perché da strumento di contenimento dell’economia domestica si trasformassero in strumento di impedimento didattico” ha detto Gabriele Zampini, Tesoriere ANARPE, nel corso del dibattito organizzato a Torino lo scorso 19 maggio dall’Associazione stessa in occasione del Salone Internazionale del Libro.

Così tra una legge e la sua applicazione si è scavata una trincea di battaglie più o meno silenziose in cui le vittime sono l’autonomia di scelta dei docenti e la qualità della didattica: “Lo spirito della legge del 2008 è sacrosanto, ma l’ultimo decreto di adeguamento all’inflazione risale al 2012, una sospensione temporale che minaccia non tanto e non solo gli interessi di chi è impegnato nella filiera produttiva, ma soprattutto quelli dei docenti, che vedono subordinati a mere ragioni di risparmio criteri e considerazioni sulla qualità dei testi da adottare” ha precisato il Presidente ANARPE Vincenzo Calò, rilanciando anche la petizione promossa in questi giorni sul sito dell’associazione.

A sottolineare l’insostenibilità dell’attuale zona grigia e la richiesta perentoria di un nuovo decreto si sono alternate in occasione della tavola rotonda le voci di Antonello Giannelli (Presidente ANP), Paolo Tartaglino (Presidente AIE Educational), Anna Rosa Besana e Rossella Gattinoni (Docenti dell’IISS “A. Greppi” di Monticello Brianza), in un parterre di interventi la cui efficacia ha sollecitato l’impegno politico dell’On. Alessandro Amorese, Capogruppo FDI Commissione Cultura: “Salvare il libro di testo nelle scuole italiane resta un obbligo civile, morale e culturale”. Parole che riecheggiano quelle pronunciate di recente dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla cui sostanza si sono attenuti tutti i relatori del convegno, prime tra tutti le due docenti, ferme nel ribadire “l’assoluta necessità del libro di testo come strumento tecnologico più importante e democratico per l’accesso al sapere”.

“La situazione di emergenza vissuta durante la pandemia, fronteggiata grazie alla tecnologia e al digitale, ha messo in evidenza l’insostituibilità dei libri cartacei, sembra paradossale ma è così” ha proseguito la Prof.ssa Besana, soffermandosi anche sul senso di frustrazione e di solitudine in cui i docenti si sentono costretti dalla presenza di vincoli economici così stringenti. “Devono esserci altri strumenti di sostegno alle famiglie che si trovano in difficoltà, come il bonus scuola, spesso non adeguatamente utilizzato e pubblicizzato” le ha fatto eco la collega Gattinoni, in un richiamo necessario allo spirito di una legge giusta, ma la cui mancata applicazione crea il rischio di una distorsione inconciliabile col percorso democratico della scuola e con l’interesse generale del paese.

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