Zaino leggero e niente smartphone per 4 giorni: l’esperienza degli studenti-pellegrini

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Hanno percorso 60 Km solo con uno zaino leggero. E senza lo smartphone e i vari social a cui sono abitutati. Si tratta dell’esperienza di 24 ragazzi della 3^ E della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo di Leno (nel Bresciano).

I ragazzi, insieme ai professori, hanno percorso le ultime tre tappe del cammino di San Benedetto, da Casamari all’abbazia di Montecassino (in provincia di Frosinone), si legge su La Repubblica, che riporta la vicenda: “Si sono preparati a lungo per questa gita, dal punto di vista culturale ma anche da quello fisico. A partire dallo scorso novembre, si sono allenati a ridurre progressivamente il peso dello zaino da portare durante il cammino, in modo che contenesse solo l’indispensabile – racconta la preside Vanda Mainardi, che ha promosso il progetto insieme ai professori Samuele Maccagnola e Lorenzo Ferrari – Sono partiti da dieci chili per poi arrivare a sette. Le ragazze, per esempio, inizialmente pensavano di portare la piastra e il balsamo per i capelli. Hanno compreso che molte delle cose che ritenevano irrinunciabili erano in realtà, almeno in queste condizioni, superflue“.

Fra i vari “sacrifici” che i ragazzi hanno fatto c’è proprio quello del cellulare, ovvero dei vari social network che affollano le giornate degli studenti: “Non hanno mai chiesto di utilizzare lo smartphone. Siamo noi adulti a essere convinti che non riescano a farne a meno, mentre loro hanno dimostrato di non vedere l’ora di provare queste esperienze – continua la dirigente scolastica – Infatti credo che la gita sia stata formativa tanto per gli studenti quanto per i genitori, che hanno dovuto fare i conti con un totale blackout comunicativo per quattro giorni. Avevano ovviamente il numero di uno dei professori, ma li avevamo pregati di utilizzarlo solo in caso di reale necessità“.

Lo stesso istituto, d’altronde, è capofila regionale del progetto “Senza zaino”, che promuove una didattica in cui l’apprendimento avviene soprattutto al di fuori delle aule tradizionali: “I docenti che li hanno accompagnati mi hanno riferito che tutti i ragazzi, compresi quelli ritenuti i più scavezzacollo del gruppo, hanno dimostrato una grande maturità. Anche quando c’è stato da far fronte a un piccolo fuoriprogramma, perché il gruppo si è sgranato lungo il sentiero e una sera il professore che era in testa alla comitiva si è reso conto del fatto che qualcuno non era ancora arrivato al punto prestabilito“.

E ancora: “Si sono fatti completamente assorbire dall’esperienza e hanno chiesto un’unica eccezionesorride la dirigente scolastica – Una sera alcuni dei ragazzi più amanti del calcio si sono fatti accompagnare da due insegnanti in un bar per non dover rinunciare a una partita di Champions League“.

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