Alla scuola primaria tornano ‘insufficiente’ e ‘ottimo’, Valditara difende la scelta: “Così tutti capiscono meglio”. Ma il fronte dei No diventa sempre più ampio

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Tiene ancora banco la questione valutazione alla scuola primaria: l’emendamento del Governo approvato nel Ddl sul voto in condotta e sospensione anima le bacheche social e gli interventi sui media.

Negli ultimi giorni, in particolare, si sono registrati nuovi spunti che arricchiscono il dibattito, essenzialmente composto fra i favorevoli al ritorno dei giudizi insufficiente e ottimo, e i contrari, che invece ritengono questo ritorno al passato un errore.

Ha fatto molto scalpore la petizione lanciata da un gruppo di educatori, docenti e pedagogisti a cui si sono aggiunti personaggi del mondo dello spettacolo.

La petizione è stata lanciata dal pedagogista Daniele Novara e il maestro Alex Corlazzoli, che ha visto l’adesione di personalità del mondo della cultura, della scuola e dello spettacolo, tra cui Damiano Tommasi, Silvia Vegetti Finzi, Chiara Saraceno, Alberto Pellai, Alex Zanotelli, Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Luca Zingaretti.

Daniele Novara sottolinea come la scuola debba andare avanti e non indietro, e che gli alunni hanno bisogno di una scuola al passo con i tempi. “È strano ed eccentrico tornare indietro senza nemmeno una verifica rigorosa e scientifica dei quattro anni nei quali si è adottata, nella scuola primaria, una valutazione senza voti basata su un approccio non giudicante ma narrativo,” afferma.

Alex Corlazzoli critica invece la superficialità con cui vengono cambiate le metodologie didattiche senza un confronto con chi lavora nella scuola. “In questi anni abbiamo assistito a una girandola di decisioni che ha prodotto solo confusione tra insegnanti, genitori e alunni,” commenta.

Tuttavia, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non è rimasto a guardare ed ha precisato su alcune questioni.

In particolare Valditara precisa che la riforma non elimina la descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni disciplina dall’alunno. Tale descrizione rimane fondamentale per il portfolio e l’attività futura dei docenti tutor.

L’emendamento, secondo il ministro, mira piuttosto a eliminare giudizi sintetici, astrusi e incomprensibili come “avanzato” o “in via di prima acquisizione”, sostituendoli con giudizi chiari e comprensibili come “ottimo” o “insufficiente”.

Dunque, secondo il Ministro, “non si perde nulla, piuttosto si migliora, semplificando e chiarendo, nell’interesse degli studenti e delle famiglie“.

A rinforzare la posizione del Governo ci pensa la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, che in un’intervista a Libero Quotidiano spiega:  “I giudizi sintetici nelle pagelle della scuola primaria non sono un ritorno al passato, ma una risposta alle richieste di docenti e famiglie che chiedono valutazioni chiare e comprensibili”.

Inoltre, secondo Frassinetti, “nascondere i giudizi non aiuta la crescita. La scuola primaria deve essere inclusiva, ma questo non significa lasciare indietro nessuno. Se uno studente prende un insufficiente, va aiutato a rimediare, ma è importante anche spiegargli che la vita è fatta di difficoltà che bisogna affrontare e superare”.

Posizione che viene sostenuta anche da Antonella Boralevi, scrittrice e conduttrice tv, che infatti sostiene: “i voti sono uno strumento prezioso per la crescita degli alunni, non un marchio di infamia o un simbolo di potere“.

E ancora: “l’errore è parte integrante del processo di apprendimento. Permette di capire dove si può migliorare e di conseguenza progredire. Il voto, se correttamente inteso, non è altro che un feedback che aiuta l’alunno a comprendere i propri punti di forza e di debolezza“.

Anche dalla politica la strada intrapresa dal Governo fa discutere. In particolare è il partito democratico a contestare la riforma: “È inaccettabile l’emendamento con cui la maggioranza ha deciso di reintrodurre alla scuola primaria il giudizio sintetico: non si sta cancellando semplicemente una legge ma un percorso culturale”.

Lo dichiara in una nota Simona Malpezzi, vicepresidente della commissione bicamerale infanzia e adolescenza e senatrice del Pd

La cultura della valutazione descrittiva, che è una valutazione formativa, presuppone un cambiamento di fare scuola, di didattica, un nuovo approccio nell’essere insegnanti mettendo davvero al centro gli studenti. Percorso che la scuola stava facendo grazie anche ad un supporto nella formazione per la valutazione. Ora, senza nessun dato oggettivo, si vuole spazzare via una risorsa fondamentale per la crescita in autonomia delle nostre bambine e dei nostri bambini . Per questo sostengo con convinzione la petizione promossa da Daniele Novara e Alex Corlazzoli che chiede alla maggioranza di fermarsi”.

Fra i pareri esperti più autorevoli arriva anche quello di Dario Ianes, docente di Pedagogia e Didattica Speciale all’Università di Bolzano, che propone senza mezzi termini l’abolizione del voto in favore di una valutazione formativa.

Secondo l’esperto “molti insegnanti vedono il voto anche come uno strumento di controllo. Inoltre, dare una valutazione è molto più impegnativo che assegnare un voto”.

Che il tema della valutazione sia molto sentito lo dimostra anche un recente rapporto dell’Eurispes, basato su questionari somministrati a 4800 docenti, ha rivelato che il 60% di questi critica il sistema attuale dei voti.

Tale dato rispecchierebbe una crescente esigenza di riforma che va oltre le aule scolastiche, arrivando fino alle stanze della politica, dove si discute di modifiche legislative in merito alla valutazione scolastica.

L’emendamento del Governo

Il Governo

All’articolo, apportare le seguenti modificazioni:

   1) al comma 1, lettera a), è premessa la seguente:

          “0 a) all’articolo 2, comma 1, le parole: “nel primo ciclo” sono sostituite dalle seguenti: “nella scuola secondaria di primo grado” ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: ‘A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del Merito’.

           2) dopo il comma 1, è inserito il seguente: ‘1-bis. All’articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, il comma 2-bis è abrogato’.

          3) al comma 4, lettera b), dopo il numero 3), è inserito il seguente: “3-bis) prevedere la votazione in decimi per la valutazione periodica e per quella finale degli apprendimenti delle studentesse e degli studenti del secondo ciclo di istruzione, in ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni nazionali per i licei e dalle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali”.

 

DISEGNO DI LEGGE

LINEE GUIDA

RELAZIONE TECNICA

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