La storia di Eleonora, mamma da 3 mesi che non può seguire le lezioni in ateneo e allattare. Per l’Università tenere il bimbo in aula o laboratorio non è permesso
Eleonora, studentessa al terzo anno di Scienze della formazione primaria presso l’Università di Urbino, sta incontrando ostacoli nel proseguire gli studi a causa della sua maternità. Il problema nasce dalla frequenza obbligatoria dei laboratori, che non le permette di seguire online o portare il bambino in aula.
La storia di Eleonora
Come segnala Il Resto del Carlino, Eleonora ha partorito da 3 mesi e sta allattando. Per frequentare i laboratori, dovrebbe tirare il latte, portarsi il ghiaccio dietro e lasciare il bambino a casa. Una situazione difficile che la penalizza rispetto agli altri studenti.
L’Università non ammette deroghe
L’Università di Urbino si è appellata a un decreto ministeriale del 2010 che prevede la frequenza obbligatoria dei laboratori. L’unica soluzione proposta è una settimana estiva di recupero, che però non è facile da conciliare con le esigenze di una madre che allatta.
Discriminazione verso le madri
Eleonora denuncia una discriminazione: se allatta, non può frequentare i laboratori e rischia di non poter concludere il percorso di studi. Una situazione che la penalizza sia in termini di carriera che di accesso al mondo del lavoro.
Un problema che riguarda molte donne
Il caso di Eleonora non è isolato. Molte donne che allattano incontrano difficoltà nel conciliare maternità e carriera. La frequenza obbligatoria dei laboratori, senza alternative online o la possibilità di portare il bambino in aula, rappresenta un ostacolo significativo per le madri studentesse. Eleonora chiede un cambiamento normativo che tenga conto delle esigenze delle madri che allattano. Permettere la frequenza online dei laboratori o la possibilità di portare il bambino in aula garantirebbe pari opportunità a tutte le studentesse. La mamma ha scritto una lettera ai ministri per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella e dell’istruzione e merito Giuseppe Valditara, nonché al magnifico rettore Giorgio Calcagnini, affinché intervengano sulla questione.
