Videocamere a scuola, dottor Lodolo D’Oria: “Interrompere la caccia alle streghe. Occorre restituire responsabilità ai dirigenti scolastici”

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A esprimere perplessità “sull’uso/abuso delle audiovideointercettazioni (AVI) nelle scuole per la “caccia alle streghe”, cioè alle maestre credute violente” in un articolo su Lab Parlamento, è il dottor Vittorio Lodolo D’Oria. “In questo campo, poco coerentemente – scrive – nessun politico grida allo scandalo per l’uso indiscriminato delle AVI a scuola, al contrario si propone di legiferare a favore dell’installazione di videocamere nelle aule pur essendo finora vietato dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori per ovvie ragioni di privacy”.

Il medico specialista, che da 33 anni si occupa di malattie professionali degli insegnanti, ricorda che sul ricorso alle intercettazioni a scuola “dei circa 500 procedimenti penali, conclusi o in corso, non vi è un solo caso di lesioni gravi nei confronti degli alunni, ma le ipotesi di reato si basano quasi esclusivamente sulla cosiddetta violenza assistita”.

L’intervento dell’Autorità Giudiziaria secondo Lodolo D’Oria “sancisce di fatto il fallimento di un sistema di vigilanza e controllo che è operato dal dirigente scolastico stesso con i suoi collaboratori anche attraverso ispezioni ministeriali” sottolineando “l’esorbitante costo di uomini e tecnologie per effettuare le AVI” che grava integralmente sull’erario.

E allora, “non è meglio, più economico e tempestivo riaffidare il controllo istituzionale alla scuola?” si chiede il medico. “Non resta che restituire ai dirigenti scolastici le loro responsabilità, anziché cortocircuitarli – conclude – e limitare se non abolire, l’intervento dell’Autorità Giudiziaria nella scuola. Interrompendo questa insensata caccia alle streghe, saranno liberate molte risorse umane“.

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