Università, il 68% degli studenti preferisce gli appunti ai libri. Il sociologo: “Così ne risentono apprendimento e pensiero critico”
Dalle aule universitarie italiane i libri di testo sembrano sparire sempre di più, soppiantati da appunti, slide, dispense e materiali vari. Un trend preoccupante, emerso da un’indagine dell’Associazione Italiana Editori (AIE), che evidenzia come solo il 32% degli studenti faccia ancora affidamento ai libri, mentre la maggioranza (68%) preferisce alternative più “immediate”.
Le cause del declino del libro universitario
Dietro questa tendenza si celano diverse cause. Innanzitutto, il “grande mercato di appunti e sintesi” rappresenta una tentazione irresistibile per molti studenti, attratti dalla promessa di una preparazione più rapida e “confezionata”. A questo si aggiunge la scarsa dimestichezza con la lettura, che rende l’ascolto delle lezioni (e la successiva riproduzione degli appunti) un’opzione più gradita. Infine, la frammentazione e la concentrazione temporale di molti corsi rende difficile l’integrazione tra appunti e libri, favorendo la scelta di materiali più snelli.
Le conseguenze negative per l’apprendimento
L’abbandono dei libri di testo, però, ha un prezzo: la qualità dell’apprendimento ne risente pesantemente. Il rischio è che gli studenti si limitino a memorizzare passivamente le parole del docente, senza sviluppare un pensiero critico e la capacità di approfondire autonomamente i temi trattati.
Il monito del sociologo Marco Marzano
Come segnala Il Sussidiario, il sociologo Marco Marzano non usa mezzi termini: “L’università senza libri perde il suo ruolo educativo”. I libri, infatti, non sono solo un contenitore di informazioni, ma offrono la possibilità di confrontarsi con diverse visioni, di approfondire le argomentazioni e di costruire un proprio bagaglio culturale. Ridurre l’apprendimento a una mera riproduzione di appunti significa impoverire la formazione degli studenti e privarli di strumenti essenziali per il loro futuro.
L’appello per un ritorno al libro
L’università dovrebbe essere un luogo di confronto e di crescita intellettuale, dove gli studenti imparano a ragionare con la propria testa e ad argomentare le proprie idee. Il libro, in questo contesto, gioca un ruolo fondamentale. È auspicabile, dunque, un ritorno al libro di testo, non come dogma assoluto, ma come strumento prezioso per una formazione completa e di qualità.