Ora legale, tra il 30 e il 31 marzo le lancette spostate di un’ora. C’è chi la chiede per tutto l’anno: “Risparmio energetico fino a 500 milioni di euro”

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Come previsto dalla Direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001, tra sabato 30 marzo e domenica 31 marzo 2024 alle ore 2:00 dovremo spostare le lancette avanti di un’ora, passando all’ora legale. L’ora legale resterà in vigore fino all’ultima domenica di ottobre, quando torneremo all’ora solare.

Cosa significa questo?

  • Significa che avremo un’ora di luce in più la sera, ma una in meno al mattino.
  • Può avere un leggero impatto sul nostro bioritmo, quindi è importante riposare a sufficienza e regolarsi gradualmente al nuovo orario.
  • È un buon momento per controllare gli orologi e gli altri dispositivi elettronici per assicurarsi che siano impostati correttamente.

Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro.

Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di Co2 in atmosfera per circa 200 mila tonnellate.

Dal 2004 al 2022 il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

L’appello di Sima

“Prolungare la durata dell’ora legale consentirebbe un risparmio energetico pari a oltre 500 milioni di euro all’anno grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica, e un taglio alle emissioni climalteranti per un totale di 200mila tonnellate di CO2 all’anno, con conseguenze positive sulla salute umana”, spiega Sima.

”La proroga dell’ora legale, almeno in via transitoria per 30 giorni, sarebbe un provvedimento di semplice attuazione che garantirebbe risultati certi e misurabili, nel contesto del caro-bollette e dei comportamenti anti-spreco richiesti ai cittadini col decreto appena approvato dal Mite, lasciando al prossimo esecutivo il compito di verificarne anche in sede europea l’opportunità del mantenimento permanente” – dichiara Alessandro Miani, Presidente Sima.

L’appello è stato raccolto e pubblicato sulla rivista Lancet Regional Health Europe.

Tra i firmatari dell’appello figurano il sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Campania ed ex Euro-parlamentare Nicola CaputoLuigi Gabriele (Presidente di Consumerismo No Profit), Francesco Schittulli (Presidente LILT), Annarita Corrado (Dirigente Scolastica e l’epidemiologo Prisco Piscitelli (Vicepresidente SIMA).

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