Compiti per le vacanze di Pasqua, il parere di una preside: “Si possono anche non assegnare, meglio offrire piccoli spunti di riflessione”

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Compiti sì, compiti no: la questione torna a galla ogni volta che le lezioni scolastiche subiscono un’interruzione, come nel caso delle vacanze pasquali.

Da un lato, c’è chi sostiene che i compiti siano un modo per mantenere gli studenti attivi e impegnati durante il periodo di pausa. Dall’altro, si ritiene che le vacanze servano per riposarsi e ricaricare le batterie, e che i compiti non facciano altro che aggiungere stress e ansia ai ragazzi.

Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio, si schiera a favore di una soluzione di mezzo: “Dato che si tratta di un’interruzione molto breve, si potrebbe anche non assegnare i compiti o magari, proporre qualche piccolo spunto di riflessione, ma una quantità veramente limitata”, spiega all’Adnkronos.

Dello stesso parere Suor Anna Monia Alfieri, cavaliere al merito della Repubblica italiana ed esperta di politiche scolastiche: “Visto che si tratta di pochi giorni, sostanzialmente meno di una settimana, io consiglio di non assegnare nulla, se non un semplice ripasso o un lavoro di disegno per i più piccoli. Consiglierei, piuttosto, agli studenti di stare con i loro genitori e i loro nonni, di collaborare in famiglia e, mi si consenta, di partecipare alle celebrazioni del Triduo: sono momenti importanti di riflessione sul senso della vita che vince oltre la morte. Pertanto a Pasqua niente compiti!”, specifica sempre all’agenzia di stampa.

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