La caduta degli eroi, insegnanti sconfitti da influencer e populismo. L’affondo di Scurati: “Aggrediti e malpagati, hanno perso ogni autorità”

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In un articolo apparso su La Repubblica lo scorso 19 febbraio, lo scrittore Antonio Scurati lancia un grido d’allarme sulla verticale caduta del prestigio degli insegnanti in Italia. Attraverso un’analisi lucida e appassionata, Scurati evidenzia come il problema non sia solo economico, ma affondi le sue radici in un contesto sociale e culturale che rema contro la scuola e i suoi valori.

Dalla contestazione al disprezzo: l’impoverimento economico e sociale del corpo docente

Scurati parte da un aneddoto personale: uno studente che, anni fa, lo derise per la sua utilitaria, mettendo in luce il legame tra la scarsa considerazione degli insegnanti e il loro basso status socio-economico. In Italia, i professori sono tra i peggio pagati d’Europa, un fatto che non può non avere conseguenze sul modo in cui vengono percepiti da una società sempre più ossessionata dal culto del denaro.

Il populismo come nemico della scuola: estetico, sociale e politico

Ma il problema va ben oltre l’aspetto economico. Secondo Scurati, la società contemporanea, permeata di populismo in tutte le sue forme, mina sistematicamente l’autorità degli insegnanti.

  • Populismo estetico: La cultura di massa, con i suoi idoli effimeri e diseducativi, si impone come arbitro del gusto e dei valori, scavalcando il ruolo educativo della scuola. L’esempio di Sanremo, con la sua esaltazione di sottoculture deleterie, è emblematico di questa tendenza.
  • Populismo sociale: Gli influencer, con la loro autopromozione e la loro pretesa di parlare per tutti, usurpano l’autorevolezza che un tempo apparteneva alla scuola, alla cultura e alla scienza. Scurati cita l’esempio di un influencer che, pur contribuendo alla fragilità psichica dei giovani con la sua sovraesposizione mediatica, pretende di offrire soluzioni ai loro problemi.
  • Populismo politico: La risposta del governo al problema della violenza nelle scuole si limita a proporre un aumento delle pene per gli studenti aggressori. Un approccio repressivo che, secondo Scurati, rischia di trasformare la scuola in una caserma, senza affrontare le cause profonde del problema.

Un appello al rispetto e alla valorizzazione della scuola

Di fronte a questo scenario preoccupante, Scurati lancia un appello alla società civile e alle istituzioni: la scuola va compresa, onorata e amata. Il compito di chi ha a cuore il futuro delle nuove generazioni è arduo e complesso, ma è necessario iniziare a rispettare e valorizzare il lavoro degli insegnanti, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nella formazione dei cittadini di domani. Solo così sarà possibile invertire la rotta e restituire alla scuola il prestigio che merita.

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