Crepet: “La famiglia non è la sola responsabile della deriva dei giovani. La scuole si trincera dietro scuse, mentre la politica peggiora la situazione con interventi inefficaci”

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I casi di violenza tra minorenni scuotono l’opinione pubblica, ma per lo psichiatra e psicoterapeuta Paolo Crepet, non c’è da stupirsi. In un’intervista a Brescia Oggi, Crepet lancia un grido d’allarme sulla deriva della società e sull’incapacità degli adulti di educare e guidare le nuove generazioni.

“Mio Dio, cosa è accaduto?” esclamano molti. Ma per Crepet questa reazione è sintomo di ignoranza e di una pericolosa tendenza a minimizzare la realtà. La violenza giovanile non è un fenomeno nuovo, né è un’esclusiva maschile. “A quell’età le femmine sono identiche ai maschi” afferma lo psichiatra, sottolineando come l’aggressività e l’indifferenza altrui siano ormai tristemente diffuse tra i giovani.

E la causa, secondo Crepet, non è il disagio, ma l’agio: la vita facile, l’assenza di stimoli e di fatica, la dannosa arrendevolezza degli adulti che cercano di rendere tutto più semplice ai figli, privandoli della possibilità di crescere e di affrontare le sfide della vita. “Se pensiamo che i soldi siano la soluzione non abbiamo capito niente” dichiara Crepet, criticando anche la proposta di defiscalizzare le donazioni tra genitori e figli, che alimenterebbe ulteriormente questa cultura dell’assistenzialismo.

Ma le famiglie non sono le uniche responsabili. La scuola, secondo Crepet, si trincera dietro scuse e scarica barile, mentre la politica peggiora la situazione con interventi inefficaci. E i social? “Non chiederanno al figlio perché non è intervenuto, ma gli diranno ‘bravo, hai fatto il video che ti renderà famoso per 5 minuti'”. Una critica feroce alla superficialità e all’ossessione per la visibilità che caratterizza la società moderna.

Crepet conclude con un invito alla riflessione e all’azione: “Tra i ventenni alcuni stanno provando a vivere senza i social. Ma possiamo accontentarci di ciò per mettere a tacere la coscienza? Io mi dissocio”. Un monito a non voltarsi dall’altra parte, a non rassegnarsi alla violenza e all’indifferenza, a impegnarsi per costruire una società migliore per le nuove generazioni.

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