Pensioni scuola, si va verso la semplificazione e l’addio a Passweb. Le novità dal tavolo Ministero – Sindacati

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Nell’ambito delle attività del Piano di semplificazione per la scuola, il Ministero ha fatto sapere oggi alle organizzazioni sindacali che è stato avviato un procedimento di semplificazione per ciò che riguarda la gestione delle domande di pensionamento del personale scolastico da parte delle segreterie

L’obiettivo è quello di procedere già dal 1° settembre con un sistema che sostituisca l’applicativo Passweb.

Durante il tavolo che si è svolto oggi sono emersi, in particolare:

  • le difficoltà legate alla complessità nell’utilizzo di Passweb
  • arretrati nella gestione delle istanze con un conseguente ritardo delle procedure legate
  • gravosi adempimenti
  • interoperabilità limitata tra Ministero e Inps

La soluzione sarebbe in via di definizione con l’Inps e consisterebbe nello sviluppo di un HUB che permetterà l’interoperabilità tra i sistemi applicativi del MIM e quelli dell’Inps. Si andrà a ridurre sensibilmente il caricamento dei dati da parte delle segreterie per arrivare al calcolo in automatico delle spettanze dovute al personale che va in pensione.

Tra le principali novità:

  • Si utilizzerà solo SIDI, non più Passweb
  • Confronto automatico tra i dati
  • Calcolo automatico da parte dell’Inps

La posizione dei sindacati

La Flc Cgil ha ricordato che “sin dal 2019 ha richiesto di eliminare dalle scuole l’obbligo di utilizzo di passweb, abbiamo chiesto l’impegno dell’Amministrazione a proseguire gli incontri del tavolo per monitorare l’evoluzione dell’interlocuzione MIM/INPS e per far sì che del dal primo settembre 2024 ci siano cambiamenti significativi della situazione. Relativamente alle rivalse INPS sugli interessi passivi corrisposti ai lavoratori per ritardati pagamenti delle spettanze relative al TFR, abbiamo proposto all’Amministrazione di farsi parte attiva presso l’INPS affinché le rivalse vengano immediatamente sospese, in considerazione dell’interlocuzione avviata. Al tempo stesso è necessario promuovere un’azione di coordinamento con gli ambiti territoriali, affinché operino a supporto delle scuole e non “contro” di esse, come si sta verificando in alcune realtà“.

L’interoperabilità dei sistemi, la semplificazione, la coordinazione tra i diversi livelli istituzionali (MIM/MEF/INPS) sono una prima soluzione ma, per quanto ci riguarda, la soluzione non può che essere una sola e radicale: fuori passweb dalle scuole e fuori tutte le altre pratiche seriali (graduatorie di terza fascia, ricostruzione di carriera, contenzioso, ecc) che nulla hanno a che fare con l’attuazione del piano dell’offerta formativa” aggiunge la Flc Cgil.

Il responsabile del Dipartimento Condir-Anief Alberico Sorrentino, si palesa in accordo con le nuove procedure di coordinamento tra i database; tuttavia, “evidenziando la necessità di formare adeguatamente il personale amministrativo delle scuole affinché possa adempiere ai compiti previsti per la corretta lavorazione delle pratiche pensionistiche. La formazione dovrà essere retribuita, come previsto dal CCNL vigente“.

Daniela Rosano, segretaria generale Anief, ha affermato che “si ribadisce quanto già emerso nelle informative dei precedenti anni scolastici: quello dell’istruzione è l’unico comparto pubblico che abbisogna di oltre 1 mln di laureati, il che significa che senza un adeguato sistema di valutazione del periodo di laurea i dipendenti del comparto saranno sempre svantaggiati di oltre 1 lustro nella maturazione dei requisiti e, col sistema misto e contributivo, nel cumulo dei contributi”.

Il presidente Anief Marcello Pacifico ha dichiarato che “l’incontro odierno non affronta il problema principale dei lavoratori della scuola, ma solo il coordinamento di database già compilati; le problematiche delle cessazioni sono legate alla carriera e sono molto più prementi: il congiunto effetto di basse retribuzioni in età lavorativa, ritardo nell’accesso al lavoro per la mancanza di un canale permanente di reclutamento, ritardo nei rinnovi contrattuali nonché i criteri di maturazione contributiva e giuridica degli anni lavorativi e di laurea sommano gli effetti portando il comparto scuola ad avere non solo gli stipendi più bassi di tutto il pubblico impiego, ma anche pensionati sempre più anziani e sempre più poveri”.

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